Sento parlare di centri sociali di sinistra da chiudere anche perchè ricettacoli di zecche comuniste. A parte il fatto che tutto ciò che invece raccoglie neofascismi che è? Un’aiuola di fiori colorati? Le braccia tese che sono? Forme di emiparesi? Non era vietato riecheggiare il fascismo? E perchè questi sì e quelli no? Tanto più che il fascismo è roba nostra , storia nostra, ed è significato sangue , dolore, dittatura, razzismo e un guerra accanto a un pazzo sanguinario pure persa. Il comunismo invece è stato un fatto internazionale che però non ha MAI visto il socialismo reale al governo ma una dittatura militare travestita da Stato che ovviamente va condannata. Noi , su questa terra, però, il comunismo di Marx , del socialismo reale nato in Germania come socialdemocrazia, non abbiamo mai avuto il piacere di vederlo all’opera. Altrimenti ci si sarebbe trovati al cospetto di una idea altissima. La ridistribuzione della ricchezza eccedente in modo equo, la eliminazione del sovrastrutturale, lo sguardo sempre attento alla solidarietà sociale. Che ne sa il capitalismo dell’equità sociale? Che ne sanno le lobby della salute pubblica? Che ne sa il consumismo della qualità della vita? Non si può nemmeno pensare a un paragone tra questo consumismo-capitalismo delle banche, dei titoli in borsa, che crede le risorse del mondo infinite, che ci ha portato, e continua a portarci , al disastro, con il socialismo reale. Temo, temo, e lo dico a chi forse dovrebbe studiare di più prima di parlare, soprattutto se istituzione, che prima di proferire la parola “comunismo” , o tanto più dire “socialismo” , ci si debba un po’ sciacquare la boccuccia….
A mio modesto avviso il peccato mortale non è dire che molto probabilmente tra gli sbarcanti può esserci chi delinquerà, chi violenterà, aumentando (di pochissimo, perchè come dicono le cronache sono quasi tutti italiani gli stupratori e i femminicidi) le percentuali.
No, la cosa secondo me più sbagliata, meno umana, e purtroppo più pericolosa, sta nel sottolinearlo come se fosse il dato più importante, come se tutti gli stupri e tutti i femminicidi dipendano da questo, o come se tutti i profughi cessassero di essere per lo più dei disperati in cerca di futuro che scappano da tragedie e dolori , come in realtà sono, e diventassero tutti degli invasori criminali.
Tragedie e dolori che , per inciso, spessissimo glieli porta , alla famosa “casa loro” , l’occidente coi suoi valori, o semplicemente li consente come però non fa altrove . All’uopo, oltre che a punire per davvero chi per davvero delinque , senza distinzioni, consiglierei di non partecipare a guerre o fare guerre e non inviare armi. Perchè sennò pare strano che non si sappia che una guerra è il più grande esodificio che esista…..
Un articolo di oggi sul Messaggero a firma Paolo Balduzzi portava questo titolo “SIAMO IN TEMPO PER RIPENSARE LA TRANSIZIONE”. Io non so come abbia fatto l’autore a dire che c’è ancora tempo , e quanto ce ne sia, per ripensare la transizione, e soprattutto come va ripensata. Ma temo che il tempo sia già abbondantemente scaduto.
L’articolo gronda di termini come “mercato” e paragona la nostra situazione produttivo-economica a una situazione in bilico su un lago ghiacciato (?) che andando avanti così ci inghiottirà tutti. Come già sta succedendo alla Volkswagen tedesca. Sì perchè il disastro a cui tutto l’articolo fa riferimento non è quello climatico ma quello appunto produttivo-economico. A parte il fatto che il lago a cui il giornalista fa riferimento da mò che è secco, causa appunto disastri climatici, pure se è metaforico, pensa te. Però vedete? Qui abbiamo un esempio fulgido di quanto ancora ci sia da fare , anche se temo che non ve ne sarà il tempo, per far capire che qualunque interesse economico non può mai essere più importante di quello di una sanità pubblica, di una qualità del vivere. Non è il PIL a definire un popolo o una Nazione migliori, sono i valori spirituali, creativi, empatici, culturali a farlo, mai quelli economici. Pasolini ci aveva avvertiti della differenza tra sviluppo e progresso.
Invano, credo. Viviamo in mezzo a disastri climatici mai vissuti prima, e il disastro climatico viene tacciato per normale, per naturale , per esagerato, e comunque molto figlio dell’ideologia. Credo, però, che i ghiacciai si sciolgano in modalità record non certo perchè sono dei sporchi comunisti. Balduzzi poi è un bravo giornalista che ha collaborato con la Chiesa, per esempio nella realizzazione di “A sua immagine” , e pensare come non realizzabile una conversione delle aziende e della economia in atto in qualcosa di diverso, più sano, meno molesto, più umano, anche se forse persino più redditizio, non è certo pensiero così tanto cattolico. E non è così bello constatare che nelle considerazioni di Balduzzi vengono taciuti tutti i peggioramenti causati dalla mano dell’uomo dal postindustriale in poi. Dal ‘700 ad oggi, infatti, siamo a 440 P.P.M. di CO2 emessi , mentre dalla venuta dell’uomo sulla terra fino all’età industriale era di circa 220 P.P.M., cioè in pochi anni è aumentato del doppio rispetto a centinaia di migliaia di anni. Per non dire delle deforestazioni aumentate del 40 % in un anno, e dei terreni, dei cibi, dei liquidi, delle emissioni di gas, che l’allevamento intensivo richiede, che la lobby del mercato della carne, diventato il maggior agente inquinante del pianeta, richiede. Ogni anno vengono uccisi 170 miliardi di animali. Il 70 % della superficie agricola serve all’allevamento intensivo. E si potrebbe continuare così con questo elenco di efferatezze compiute nell’indifferenza dei più ai danni di Madre Natura. Allora forse, anche a un occhio semplice e inesperto come il mio, può apparire più educativo, più costruttivo, ricordare che tutta questa scelta noi non ce l’abbiamo, o perlomeno non l’abbiamo più, e per colpa solo nostra. La situazione climatica, peggiorata dall’intervento dell’uomo, non chiede più il nostro parere. Dopo aver provato in tutti i modi di avvertirci di avere bisogno di aiuto e di attenzione , ci lascerà in balia della rovina così puntigliosamente e doviziosamente costruita da noi stessi per noi stessi. Le misure non per arrestare, non si può più farlo, ma per contrastare il disastro debbono per forza essere senza mezzi termini. Oppure continuiamo a sopravvivere alla giornata. Certo è un po’ irritante ,per quelli che hanno capito il guaio grosso che stiamo vivendo, morire per colpa di quelli che il guaio l’hanno creato. E mi viene in mente Einstein che diceva :” A un topo non verrebbe mai in mente di costruire una trappola per topi”…..
Io non sono nessuno , vorrei solo essere più utile nella vita (mi sa che comincerò così tutti i post sennò c’è qualcuno che te prende pe’ santone….). Con questo “mood” mi accingo a fare una riflessione. Sono sempre più convinto che chi è di destra lo fa perchè è “contro”. Prima di tutto contro tutto ciò che è di sinistra, poi contro chi blocca la libertà , non quella di esistere ma di fare quello che uno vuole, di fare i soldi come uno vuole, di avere i giri di potere che vuole, è contro chi è contro questo capitalismo, consumismo e questo privatismo sfrenati, chi è di destra è anche contro le maniche larghe verso i profughi, i pederasti, gli aborti e i divorzi, in nome di una “sacra famiglia” che invece non esiste , tantomeno a destra, perchè spesso l’indignazione nasconde l’ipocrisia, quella ipocrisia contro cui la destra è contro, e diventa abbastanza divertente Donzelli quando dice che “essere anti destra evidentemente non paga” ,in relazione alla sconfitta della sinistra in Liguria: ma come? La destra non ha fatto altro da quando siede in parlamento che fare le pulci alla sinistra e mò? Si deve stare tutti zitti? E comunque uno zoccolo duro che vota a destra c’è, non v’è dubbio. Una destra che vota destra senza manco sapere quanto costa, a scatola chiusa. Perchè sennò basterebbe la posizione della destra in fatto di clima o diritti animali per sollevare almeno una timida obiezione. A sinistra invece si paga quasi per intero il prezzo dell’astensione.
Perchè a sinistra più che “contro” si è “per”. Si credeva fino a Berlinguer che l’ideologia socialista fosse la cosa migliore per una società. E si era “per” quella idea. ( a destra non conviene ricordare che si era “per” il fascismo, un fenomeno tutto italiano, una dittatura che ha significato morte dolore, sangue, razzismo e una guerra devastante pure persa) . E tutto ciò vuol dire , per me, solo una cosa. Che mentre a destra le idee fondanti sono meno importanti dell’appartenenza, a sinistra la delusione, il tradimento di certi punti di riferimento ,soprattutto ideologici, possono significare non votare più. Ora, premesso che secondo me chi non vota fa quasi peggio di chi vota sbagliato, dal mio punto di vista è ovvio, perchè la cosa pubblica è anche sua, tutti questi protagonismi, queste “eccezioni” sollevate, queste scaramucce, lì a sinistra ,e non trovo espressione migliore per esprimermi, hanno rotto il cazzo. Se il problema sono i programmi si sedessero a parlare e a confrontarsi, e trovassero punti di convergenza. Fratoianni ieri dalla Berlinguer è stato magnifico. C’è di chi e di che scegliere a sinistra, ma se non ci si riunisce attorno a un nuovo progetto di una nuova sinistra non cambierà mai molto.